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La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta

About

Cenni storici
Non sappiamo in quali circostanze i nostri antenati di Issogne abbiano aderito, al tempo del declino della civiltà romana (V secolo), alla religione di Cristo. Possiamo immaginare che il passaggio sia stato graduale: la necropoli pagana si è probabilmente trasformata un po’ alla volta in un cimitero cristiano e attorno a questo la gente ha cambiato altrettanto gradualmente la mentalità, iniziando a credere nel messaggio evangelico e a nutrire speranza nella vita eterna.
La prima testimonianza storica sulla presenza di un edificio religioso a Issogne risale tuttavia solo al 1152: una bolla del papa Eugenio III di quell’anno menziona tra i beni dipendenti dal vescovo di Aosta una cappella in un luogo identificabile col nostro paese. La stessa cappella è definita “chiesa” appena ventiquattro anni dopo, nella bolla del papa Alessandro III del 20 aprile 1176, nella quale figura anche la chiesa di Saint-Solutor.
Quest’ultima, indicata nei documenti antichi col titolo di “annexe”, è stata sempre unita a quella di Issogne e non ha mai avuto titolari propri, pur conservando fino ai nostri giorni prerogative riservate solitamente alle chiese parrocchiali, come la celebrazione delle funzioni festive e dei funerali e la presenza del cimitero.
Sulla nostra comunità il vescovo conservò a lungo anche un potere civile (ne era cioè signore), che cedette solo nel 1379 ad Ibleto di Challant. Centro della sua giurisdizione era una torre, a partire dalla quale si sviluppò l’attuale castello.
La dipendenza della parrocchia dal vescovo di Aosta fu attenuata nel 1665. Il diritto di scelta del parroco passò allora ai conti di Challant, che tra alterne vicende lo conservarono fino alla rinuncia definitiva da parte della vedova dell’ultimo conte, nel 1825.

La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta
Non conosciamo il luogo in cui si trovava la chiesa di cui parlano i documenti più antichi.
Nel XV secolo l’edificio parrocchiale si trovava addossato al castello. In occasione della visita pastorale del 1528 il vescovo Gazino, d’accordo con Renato di Challant, diede ordine che fosse ricostruito altrove, ma i lavori non vennero eseguiti.
Agli inizi del Settecento la stessa chiesa fu seriamente danneggiata nelle sue strutture – pare a causa di un’alluvione – e resa impraticabile. Solo allora, al tempo del parroco Jean-Martin Lucat, non potendo rimandare il problema, si decise di ricostruirla.
Il 12 dicembre 1730 la comunità di Issogne e il conte Charles-François si accordarono sulla spartizione degli oneri: la popolazione si impegnò a demolire il vecchio edificio e a fornire la manodopera per il trasporto del materiale necessario alla costruzione del nuovo. Il conte di Challant mise a disposizione la parte di sua pertinenza dell’appezzamento su cui sarebbe sorta, a sue spese, la nuova chiesa, in cambio dell’acquisizione della zona sgomberata. Il cantiere durò una decina d’anni. Il 24 aprile 1745 l’edificio potè infine essere consacrato dal vescovo Pierre-François de Sales.
Della chiesa più antica rimase attivo ancora a lungo il campanile, utilizzato anche come torre d’angolo del castello. Nonostante le ripetute proteste dei conti di Challant, costretti a sentire rimbombare tutte le stanze del maniero ogni qual volta le campane si mettevano a suonare, la nuova torre campanaria non veniva costruita. Ancora nel 1877, Parrocchia e Amministrazione comunale, unite, vinsero un processo contro il nuovo proprietario del castello, il pittore torinese Vittorio Avondo, sulla proprietà della torre in questione.
L’archivio parrocchiale di Issogne conserva varie testimonianze di lavori successivi. Nel 1816-1818 Luigi Artari eseguì alcune pitture, fra le quali forse anche la Vergine Assunta sulla facciata. Nel 1869 fu firmata una convenzione tra la “fabrique” della parrocchia e gli impresari muratori Giuseppe e Costante Vercellone per una serie di riparazioni al tetto e alla volta della chiesa. Nel 1878 lo stesso Costante Vercellone presentò un preventivo per il restauro della facciata, per il quale fu proposto nel 1890 un nuovo progetto, a testimonianza che gli interventi non erano stati nel frattempo eseguiti. Nel 1890 fu rifatta dall’impresario Joseph Bosonin di Donnas la volta della chiesa, che presentava vistose crepe e minacciava di rovinare; quattro anni dopo fu chiamato ad affrescare la chiesa il pittore Pietro Silvestro di Aosta.
Importanti lavori furono eseguiti nell’immediato dopoguerra. Furono restaurati il tetto e la facciata (risalgono solo a quest’epoca le statue poste nelle nicchie della facciata). Il pittore Ettore Mazzini decorò l’abside con le rappresentazione dell’Ultima Cena, dell’Assunzione della Vergine e della Croficissione (1947). Successivamente fu risistemato il coro con le nuove boiseries e furono sostituiti i banchi. Nel 1958-59 furono costruiti il nuovo campanile e la casa del parroco, quindi, nel 1963, fu installato l’organo.
L’ultimo importante cantiere che ha coinvolto la nostra chiesa prima degli ultimi lavori è stato quello per la ridecorazione dell’interno da parte dell’artista Luciano Bartoli di Padova (1972-73).
Tra il 2002 e il 2003 si è infine provveduto a rifare il tetto, ridipingere la facciata e rintonacare il campanile. Quest’ultimo lavoro ha potuto essere eseguito grazie all’importante contributo dell’Amministrazione comunale.
La ridipintura della facciata – avvenuta in seguito ad indagini stratigrafiche condotte da una ditta di restauratori – ha restituito all’edificio l’aspetto che possedeva in origine, dal colore paglierino uniforme interrotto dalla fascia orizzontale a losanghe azzurre lungo il cornicione del timpano.

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